
Tra il dire e il fare è comunque d'obbligo amministrare
La legge prevede che ogni amministrazione comunale approvi in giunta e discuta in consiglio comunale il Documento Unico di Programmazione (acronimo, DUP).
A Grezzana, come nel resto d’Italia, la scadenza era fissata per 31 luglio scorso.
Alcuni giorni prima della scadenza avevamo fatto notare questa inadempienza in consiglio comunale, ma ci era stato risposto dal sindaco che, essendo la giunta di recente nomina, la discussione sarebbe slittata entro il 30 settembre. Siamo a metà ottobre e la discussione non ha mai avuto luogo. Si tratta di una grave carenza, perché il DUP è un documento che caratterizza fortemente la qualità di un’amministrazione in quanto contiene le principali scelte in materia di opere pubbliche, economia, lavoro, tributi, cultura, ecc. Scelte che condizioneranno l’attività e l’impegno finanziario del Comune per il successivo triennio. È infatti per questo motivo che il legislatore ha previsto che il DUP venga discusso ed approvato a tempo debito.
Ma non è tutto.
Un altro documento importantissimo, di cui ad oggi è stata omessa la formulazione, è il Piano Triennale delle Opere. È il documento che pianifica e sancisce l’impegno del Comune a dare luogo negli anni successivi alle opere pubbliche superiori ai 100.000,00 euro. Da questo documento si capisce quali opere pubbliche un’amministrazione voglia fare e come ritiene di finanziarle. Va da sé che, come nel caso del DUP, siamo davanti ad un documento fondamentale che proprio per questo deve essere discusso ed approvato dalla giunta entro una precisa data che era il 15 ottobre scorso, e reso pubblico per almeno 60 giorni in modo che tutti i cittadini possano prenderne visione e suggerire eventuali modifiche. D’accordo, sono passati solo sei giorni dalla scadenza, ma considerata la “tempestività” manifestata da questa Amministrazione comunale nei confronti del DUP temiamo che analogo, colpevole ritardo possa essere applicato anche al Piano Triennale.
In campagna elettorale è facile fare promesse. Nella realtà dei fatti è difficile poi mantenerle.
Non riuscire a mantenerle tutte è umano, comprensibile e giustificabile. Non rispettare le scadenze previste dalla legge e lasciare i cittadini nell'incertezza dei programmi di sviluppo futuri del Paese e del suo territorio è invece inaccettabile.