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Nuovo polo scolastico: così proprio non va.

  1. Anzitutto per uno, dal quale derivano tutti gli altri: la ristrettezza degli spazi e, di conseguenza, la promiscuità che un progetto così concepito comporterebbe.
    Ristrettezza che andrebbe a scapito non solo delle nuove disposizioni sanitarie ma anche del normale lavoro dei docenti.
    In tempi di pandemia (speriamo ormai passata), secondo noi è fondamentale che un polo scolastico abbia spazi ampi e possibilità di distanziamento.
    Dal momento che, come è assai probabile per non dire certo, i nostri figli passeranno a scuola sempre più tempo anche in virtù della crescente tendenza al tempo pieno, gli spazi devono essere ampi, confortevoli, sani e sicuri. Stare otto ore in una scuola dagli spazi ristretti è ben diverso che starci solo quattro. E la considerazione vale tanto per i ragazzi quanto per gli insegnanti.
  2. Continuando ad elencare i motivi per i quali questo progetto a noi non piace e sempre valutandolo dati alla mano - cioè col progetto del nuovo polo scolastico sotto gli occhi - notiamo che ben otto aule scolastiche dell’insegnamento secondario andrebbero perse.
    Quali aule? Il progetto non lo dice chiaramente, ma tutto fa ritenere che potrebbe trattarsi delle “aule speciali” che rappresentano invece un valore aggiunto ai fini dell’insegnamento.
    Al momento pare che ci siano solo due aule speciali. Che fine hanno fatto le aule della vecchia scuola dedicate all'informatica, l’aula LIM, l’aula creativa, l’aula magna e altre aule per gli insegnanti di sostegno o di religione? E le aule per i docenti?
  3. La palestra è poi un altro punto dolente.
    Progetto alla mano, siamo di fronte a uno spazio di tredici metri di lunghezza per otto di larghezza. Praticare giochi di squadra è impensabile, a meno di non voler “pigiare” le squadre una sull'altra. Si potrebbe replicare a questa obiezione dicendo che per eventuali giochi di squadra c’è pur sempre un cortile esterno. Peccato però che dal progetto non si capisca bene come sia strutturato né dove sia collocato questo cortile.
  4. Manca, inoltre, un atrio d’ingresso: sembra che gli studenti vengano incanalati direttamente nei corridoi e sulle scale. Se è così anche questa soluzione non ci piace.
  5. E veniamo infine ai tre livelli della struttura progettata.
    Ognuno dei tre piani previsti dovrebbe ospitare circa 150 bambini in venti aule circa. Benissimo: ma i bagni? Quelli progettati ci sembrano troppo piccoli.
  6. Inoltre non riusciamo a vedere spazi adeguati per la ricreazione. Se il tempo è bello gli studenti potranno andare in cortile (pur con tutte le riserve sul cortile cui abbiamo fatto cenno poc'anzi), ma se piove o se fa troppo freddo dove passeranno la ricreazione quei 150 bambini per piano?
  7. Per ultimo contestiamo la probabile carenza di luce per gli sfortunati che si ritroveranno assegnati alle aule situate al piano terra. Certo non si pretende in ogni aula una vetrata con panorama sulla valle, ma la vista preclusa da una scarpata è, secondo noi, una scelta infelice sul piano educativo e didattico oltre che su quello psicologico.


Insomma, questo progetto non ci piace e non ci piace l’indirizzo di fondo che è stato dato al progettista.
Per Grezzana noi sognavamo un altro polo scolastico poiché sognavamo, e continuiamo a sognare per i nostri figli, un luogo d’apprendimento che sia all'altezza delle aspettative di una comunità moderna, sana e ricca di stimoli.

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