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Le promesse elettorali al tempo del Covid19
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La delibera di giunta è stata formulata come atto d’indirizzo, cioè è un elenco di buone intenzioni che non è detto che potranno essere attuate. A riprova di quanto affermiamo, prova a telefonare in Comune dicendo che hai un figlio minore di 18 anni, o che hai avuto un figlio nel 2020, e chiedi come fare a ritirare il bonus. Sicuramente ti risponderanno che bisogna attendere (cosa?) e che se ne parlerà in agosto (almeno così hanno risposto a noi).
Recentemente siamo stati accusati da un rampollo della dinastia di aver iniziato la campagna elettorale poiché abbiamo vivacemente protestato, insieme ad insegnanti e genitori, contro quella mostruosità che è il progetto del “pollaio” scolastico che questa amministrazione vuole assolutamente iniziare a fine mandato. Riteniamo, INVECE, che questa delibera sia il primo atto di campagna elettorale. Si capisce valutando cosa l’amministrazione vorrebbe fare (ripetiamo è solo un atto d’indirizzo).
La delibera prevede di dare soldi a pioggia attraverso criteri di cui non si capisce la logicità se non l’intento elettorale. Per esempio, il rimborso del trasporto scolastico: il recente decreto cura Italia prevede che i Comuni non paghino le aziende di trasporto per i mesi in cui il servizio non è stato effettuato, gioco forza i Comuni devono restituire i soldi ricevuti dalle famiglie.
Per quanto riguarda poi i 100 € per minore o i 500 € per il bonus bebè, non siamo sicuri potranno essere erogati, in quanto la legge che ha concesso i 460.000 € a Grezzana parla che questa somma debba essere utilizzata in primis per coprire le minori entrate che il comune avrà e poi per aiutare chi effettivamente ha bisogno causa Coronavirus. Chiaramente contributi dati così senza una logica non soddisfano il requisito previsto dalla legge, ma il Comune dovrà rendicontare lo Stato su come tali soldi sono stati elargiti il 30.06.2021 (quindi ad elezioni avvenute) e se tali soldi saranno stati dati a casaccio dovranno essere restituiti da chi li ha percepiti, ma tanto si avrà già votato.
Se prendiamo in esame le misure per le aziende vediamo che la riduzione della Tari per le strutture ricettive sarà di circa 1/3, mentre per gli altri circa 1/7. Certamente tutto fa brodo ma sono misure minime che avranno pochissimo impatto sulle aziende. Come la promessa di pagare per due anni gli interessi a chi ha chiesto il prestito di 25.000 €, si tratta di pochi euro: è un contributo che rasenta il ridicolo.
Noi ribadiamo che il Comune debba intervenire adesso in modo efficace verificando chi in primis ha veramente bisogno (nella delibera sono stati “dimenticati” anziani e disabili) e lo può fare utilizzando fondi propri o i fondi che sono già arrivati. Per le aziende non basta ridurre di un settimo la Tari che si pagherà al 31 ottobre, non basta restituire la Tosap (misura comunque prevista dalla legge), bisogna dare contributi adesso e si può fare.
Ricordiamo, inoltre, che esistono i servizi sociali e chi ha bisogno può rivolgersi direttamente agli stessi. La cosa rimarrà riservata, senza passare per i politici.